venerdì 23 maggio 2008

Felicità


Ho chiesto a Giovanni che cosa rende felice un bambino, dopo un pomeriggio da incubo, dedicato a scartare i regali ricevuti al suo compleanno il giorno prima. 
Quando me l'ha detto, sua madre, che gli avevano dato il permesso di scartare tutti i regali, riicevuti il giorno prima per il suo compleanno, ho tirato un sospiro di sollievo. "Oggi mi riposo!" ho pensato, ma mi sbagliavo.  

Un malumore sempre crescente si è impadronito di lui, man mano che si rendeva conto che bisognava avere pazienza per poter utilizzare ciò che gli era stato regalato. 
Ma lui la pazienza non l'aveva, ad aspettare che qualcuno gli spiegasse con calma come doveva fare. 
Mi è venuto spontaneo chiedergli alla fine della giornata, mentre se ne stava triste e muto in un cantuccio, insoddisfatto e mortificato per il macello che aveva fatto.

”Ma i giochi rendono felici i bambini?”
” No” mi ha risposto.

“E allora cosa li rende felici?"

”Un bacio e  un abbraccio...uno che gli voglia bene!”

mercoledì 7 maggio 2008

Rinascere dall'alto


”Effatà!” dice il Sacerdote, “Apriti” facendo un segno di croce sulle orecchie e sulla bocca del battezzando, che significa: ”apri le orecchie, ascolta cosa ti dice il Signore e non tacere su quanto hai udito nel profondo del cuore”. 
Ma eravamo ancora portati in braccio, quando le ha dette quelle parole, in braccio a qualcuno che doveva ascoltarle al posto nostro e ripetercele, man mano che ci facevamo grandi.
Ma non sempre succede e si finisce per dimenticarle o di non conoscerle mai, perchè sono ancora troppo pochi quelli che si pongono domande sulle parole e sui segni dei Sacramenti.
Rinascere dall'alto è vivere l'esperienza dell'amore di Dio profuso su tutti gli uomini, l'esperienza di un ritorno a casa, rientrando nell'utero del Padre-madre che ci ha generato.
A Giovanni, quando per la prima volta mi chiese chi è Dio, ho spiegato che significa questo ritorno.
“Dio è il papà di tutti i papà” gli ho detto.
“La sua casa è anche la nostra, da lì siamo venuti, lì dobbiamo tornare. E' il giardino dal quale Adamo ed Eva furono allontanati perchè volevano fare di testa loro, abolendo le regole che Dio aveva stabilito, perchè tutti potessero godere dei suoi fiori e mangiare i suoi frutti.
E' come quando al parco e devi stare attento a non danneggiare i giochi che ci hanno messo, per fare felici tutti i bambini che ci vanno.
Perciò la mamma e il papà, quando gli nasce un bambino, lo portano in chiesa per chiedere a Dio di far rientrare il proprio figlio nella sua casa, impegnandosi a farcelo rimanere per sempre, perché Lui ci ha creato e noi siamo suoi e non vuole che ci capiti nulla di male.
Ma Dio è padre prima di tutto di Gesù, il figlio primogenito, che si è guardato bene dall'allontanarsi da casa, anzi si è preso l'incarico di riportarci tutti in quel giardino dove vive Lui con la sua famiglia che vuole sia anche la nostra. 
Gesù per primo ci ha parlato del Padre, di quanto ci vuole bene, delle regole che non sono fatte per farci i dispetti, ma perché tutti siamo felici. 
Quando la nonna, la mamma ti dicono di non sporgerti dal balcone, di non avvicinarti al fuoco, di non giocare con la palla in sala, lo fanno solo perché ti vogliono evitare un dolore, una sofferenza e la vogliono evitare anche agli altri abitanti della casa, se qualcosa si rompe”.