mercoledì 24 dicembre 2008

Amici e nemici


Luca 1,67-79 
In quel tempo, Zaccaria, padre di Giovanni, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo:
“Benedetto il Signore Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi una salvezza potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva promesso
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati,
grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,
per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge
per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra della morte
e dirigere i nostri passi sulla via della pace”.



Il Cantico di Zaccaria fa da contrappunto al Magnificat , esplosione di gioia e di gratitudine verso Dio che salva, ieri, oggi, sempre.
In cosa consiste la salvezza è esplicitamente detto qui e merita una riflessione: servire Dio senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
Certo che a prima vista non sembra una gran bella promessa, un orizzonte appetibile, quello di un servizio che dura in eterno.
Liberati dalle mani dei nostri nemici, dei quali siamo diventati schiavi, entriamo nel servizio di un Amico speciale, anzi un Padre che non sta aspettando altro che darci la gioia di aiutarci a rimettere ordine nella sua casa che è diventata anche e soprattutto la nostra.
Una casa dove abitare sereni e felici tutti i giorni della nostra vita, vale a dire in eterno. 
Quello che è successo ieri, quando ho chiesto a Giovanni, il mio nipotino più grande, di aiutarmi a riordinare la stanza messa a soqquadro dal suo fratellino più piccolo, mi ha aiutato a capire.
Lui sapeva che il grosso l'avrei fatto io e che gli conveniva darmi una mano, perchè la stanza in questione è quella dei giochi, la maggior parte suoi.
Io avrei provveduto poi ad arieggare, sbattere il tappeto, spolverare e passare lo straccio, sì che l'indomani potessero il piccolo e il grande, senza intossicarsi, godere di tutto quanto il Signore continua a donarci per farci stare bene.

lunedì 15 dicembre 2008

Il presepe di Giovanni:la speranza


Dopo una settimana a cercare di fare un presepe plausibile, con la grotta sotto Betlemme, le strade per raggiungerla, le statuine e le case al posto giusto e,  cosa fondamentale, il palazzo di Erode, in alto, a dominare come uno sparviero tutto il fermento di vita sottostante, ecco cosa ha disegnato Giovanni.
SPIEGAZIONE:Dal castello di Erode parte un servo, un uomo bionico che spara fiori sulla strada deserta, per far felice la gente.
Erode esce in carrozza a vedere quello che succede e diventa buono.

giovedì 11 dicembre 2008

Le regole del gioco


Ieri Giovanni, al termine della partita di basket, mi ha abbracciato forte perchè era felice di aver fatto un canestro. Non gli era mai successo, durante una gara.

C'è da dire che solo da poco, due volte alla settimana, lo accompagno agli allenamenti per questo sport, con l'intento che socializzi e impari a rispettare le regole. Se poi si muove è tutto di guadagnato. 

Mi si è allargato il cuore, pensando che non ci voleva venire e che avrebbe preferito fare uno sport non competitivo, come danza o pattinaggio artistico.

"Alla fine ci sono riuscita", mi sono detta, "a fargli piacere una cosa utile per la sua cresita fisica e psichica!"

Ma l'esultanza è durata solo un momento, dopo che Giovanni mi ha detto che ci aveva preso una bella sgridata dall'allenatore.

" Perchè?"gli ho domandato.

" Perchè il mio nemico, dopo, mi ha fatto pietà e gli ho passato la palla."

martedì 9 dicembre 2008

Riappacificazione

 
Riappacificazione 
Giovanni(6 anni) ed Emanuele (2 anni), per farsi perdonare la vivacità con cui si erano messi d'impegno a demolire il presepe che stavamo faticosamente costruendo e tornare a collaborare (!!!), si sono presentati alla porta con un foglio nascosto dietro la schiena.
"Prima di vederlo, ci devi dare un abbraccio", ha detto Giovanni, parlando per tutti e due.
Non me lo sono fatto ripetere due volte, tanta era la curiosità di vedere cosa avevano escogitato le adorabili canaglie.
Il primo a porgermi il foglio su cui aveva fatto un disegno, è stato, non c'è bisogno di dirlo, il grande, che ha provveduto a spiegarmelo.
"L'angelo sei tu, nonna, e la fiamma(non la candela) è Dio."
 "E tu dove sei?" gli ho chiesto.
"Io sono la scritta."
 Riappacificazione
Emanuele,da parte sua, sull'esempio del fratello, forte del mio abbraccio e di un simile avvocato, con questo scarabocchio-capolavoro, ha cercato  di riappacificarsi con me.
Quello che conta sono le intenzioni, non il disegno, mi sono detta.

venerdì 5 dicembre 2008

Punti di vista



Giovanni, al termine di una giornata stressante e inconcludente, in macchina con lui per ore, alla ricerca di cose o persone scomparse dal loro posto abituale, (Come se non bastasse ci siamo persi pure noi, nelle strade buie e sconnesse della periferia della città, senza  neanche il cellulare per chiedere aiuto), ha scritto sul suo quaderno:
"Oggi abbiamo fatto gli esploratori come Jojo."
E io che pensavo che i cartoni animati fanno lessare il cervello!