mercoledì 25 marzo 2009

Guarigioni


Oggi pomeriggio, quando è arrivato Giovanni, stavo a letto, in preda a dolori lancinanti alla schiena.

Cerco sempre di evitare che mi veda, quando sto molto male, perchè Giovanni è un bambino sensibile e non voglio farlo soffrire.

Quando mi ha chiesto se mi lamentavo perchè nessuno mi credeva, ho pensato che forse aveva ragione; ma con fermezza gli ho detto che non c'entrava nessuno. Era solo che mi faceva troppo male e non sapevo cosa fare.

" Hai bisogno forse di un po' di amore!" ha esclamato, salendo sul letto.

Mi ha abbracciato da dietro, aderendo con tutto il suo corpo al mio, sì che potessi percepirne il calore.

Non so quanto tempo è stato così, ma a me è sembrato che il tempo si fosse fermato, perchè facessi esperienza di paradiso.

sabato 21 marzo 2009

Compito per casa

Descrivi il tuo risveglio
...
La mattina mi sveglia quasi sempre papà.
Mi chiama:"Giovanni, Giovanni! E'tardi".
Io mi stiracchio, scendo dal letto e vado in cucina per fare colazione.

Invece la mamma mi chiama:"Giovanni, vieni a fare colazione".
Io vado in cucina e la mamma mi abbraccia forte".
....



venerdì 20 marzo 2009

L'inizio della storia




Emanuele ieri, a bruciapelo, mi ha chiesto dove sta Gesù.
Quando me lo chiese Giovanni, non fu necessario che trovassi una risposta, visto che gli venne subito in mente che, se gli metteva una sedia, quando si apparecchiava la tavola, si sarebbe seduto con lui e lo avrebbe seguito ovunque. Se gli avesse fatto spazio.
Ma Giovanni è stato con me da sempre. Gli ho dato da mangiare e da bere, l'ho accompagnato in ogni sua scoperta, ho vigilato su di lui quando dormiva e quando era sveglio, quando smontava la casa con la sua esuberanza o in preda alla febbre rimaneva accucciato nel letto.
Mi sono presa cura di lui in tutto, provvedendo a rendergli presente Gesù attraverso il sole, la luna, le stelle, i fiori, il mare, i giochi, la pappa, il parcheggio e le persone che mi aiutavano a farlo stare bene.
Abbiamo cominciato con un grazie a Gesù “per le patate e per i colori”, dopo che Babbo Natale gli aveva recapitato una montagna di regali.
Era inevitabile, vista la dimensione degli striminziti zainetti in cui i pastorelli custodivano i doni da portargli.
Sicuramente i suoi non ci sarebbero entrati in quei contenitori, e per giunta aveva anche fatto il cattivo.
Emanuele è stato allevato dall'altra nonna, fino a quando non è cresciuto tanto da non dover essere più preso in braccio.
A settembre del 2008( aveva poco più di due anni) , quando venne la prima volta a stare con me, voleva scappare, perchè aveva paura del lupo.
Gli dissi che a casa mia non c'è il lupo, ma solo Gesù.
Grazie a Dio questa paura è scomparsa con il tempo, e sempre più spesso ripete che a casa mia c'è Gesù.
Ma delle storie del Vangelo, che tanto hanno appassionato Giovanni, non si cura.
A lui non interessa la storia di nessuno e ama addormentarsi in silenzio, possibilmente abbracciato a qualcuno.
Per entrare in relazione con un bambino è necessaria una storia che ti accomuni.
Perciò, quando mi ha chiesto dove sta Gesù, mi sono sentita spiazzata, perchè dovevo ancora costruirla, la storia.
Ho alzato gli occhi al Crocifisso nella ricerca di una risposta chiara e convincente.
E la risposta è arrivata come una folgore che squarcia le tenebre, come un terremoto che solleva e porta alla luce un tesoro.
Ho abbracciato Emanuele e gli ho detto.
" Vedi, Gesù è in questo abbraccio, nella gioia che provi e che provo.
Quando qualcuno ti fa una carezza, ti prepara una pappa buona, gioca con te, ti consola: è' li' che devi cercare Gesù.
Gesù non lo vedi, se fai un dispetto al fratellino o ad un compagno di scuola, se fai i capricci, se pensi solo a te e ti dimentichi che ci sono persone che aspettano che tu li abbracci".
Voglio ringraziare il Signore perchè mi ha ricordato che ogni storia comincia con un abbraccio.

giovedì 5 marzo 2009

Il rumore



Oggi i miei vicini di casa, sposati, ma senza figli, hanno traslocato, perchè non sopportavano più il rumore di Emanuele e Giovanni, che abitavano sopra.
Giovanni, stanco di giocare sul letto, di camminare a piedi scalzi, di vedere i cartoni a basso volume, per evitare che "il signore di sotto " incendiasse la casa, come più volte ha minacciato di fare,  ha traslocato  anche lui.
La casa: quella dell'altra nonna, perchè è più grande e " ci si può fare il rumore".
Il mio pensiero va a quando vivevamo con la porta aperta e il rumore della vita circolava indisturbato nelle nostre case.  
Quando i vicini di casa era naturale, per noi bambini, chiamarli zii.