giovedì 29 marzo 2012

Attesa


In attesa che il pavimento si asciughi per poter uscire dalla mia camera, in attesa che mi venga un' idea vincente, risolutiva, in attesa che arrivi l'una per andare dal
" mi dica" di turno, in attesa che il tempo passi in fretta su giornate sempre più prive di senso, sono approdata al  post  di Daniela che parla dell'adesso di Dio, dell'eterno presente.
Ieri, quando a Giovanni, (che giovedì santo farà la prima comunione), ho parlato della vita eterna, si è sentito male, molto male.
Anche io, se penso a certi "presenti" mi sento male di più.
Il cammino di fede è irto di ostacoli, di squarci di luce che scompaiono subito. E' sulla nostalgia di quella luce che si gioca il nostro destino.

domenica 11 marzo 2012

Mi compri il gelato, grazie!



" Mi compri il gelato, grazie."era il modo con cui il nipotino era certo di essere accontentato.
Me l'ha raccontato una nonna per insegnarmi come chiedere a Dio le cose.





giovedì 8 marzo 2012

Il nome

Sfogliando il diario...
 
Una delle prime certezze acquisite fin da piccola fu che a mio figlio mai avrei dato il nome di un nonno, perchè mi sembrava una barbara usanza, una violenza vera e propria.
Mio figlio si sarebbe dovuto chiamare Marco, quindi, e non Franco, come il padre di mio marito, perchè questa soddisfazione era l'ultima che gli avrei voluto dare, a costo di passare sul suo cadavere.

Ma quando nacque mio figlio Franco era  domenica sera, durante l'orario delle visite.
A quell'ora, a fargli festa, c'erano tutti, compreso il nonno in questione, (tranne io, che ero sotto anestesia).
Quando mi svegliai me lo trovai già bellechiamato con quel nome che tutti gli diedero per la straordinaria somiglianza con il ceppo paterno.
Ieri Giovanni a tavola ci ha raccontato di come gli piaccia guardare le persone e vedere se il nome gli si addice.
Prendendo tra le sue piccole mani la faccia del suo papà ha detto, facendo una smorfia, che Franco era proprio un bel nomee che suo padre non aveva la fronte, nè il naso, né i capelli di Marco.
No Marco proprio non gli stava bene come nome!
Io gli avevo raccontato la storia dei nomi e anche del suo che si era scelto, quando stava ancora dentro la pancia di sua madre.
Era la storia di 4 bigliettini su cui i suoi genitori avevano scritto: Matteo, Mattia, Giovanni ed Emanuele e che per tre volte gettarono sulla pancia dove lui era custodito.
Per tre volte il nome Giovanni avanzò per primo e questo fu il segno.
Giovanni:: Dio ama. Giovanni il discepolo che Gesù amava. Giovanni il nome del nonno.
Ieri poi , pensando al mio nome Giovanni ha detto che Antonietta è bello e mi sta bene, ma benissimo mi sta nonna Etta.
Giovanni mi ha ribattezzato ed è questo ciò che oggi voglio meditare.
Perchè ti innamori del nome quando scopri che alla base c'è un gesto d'amore o di riconoscenza che non sempre e non subito rusciamo a scorgere.

febbraio  2009