Bisogna
veramente rinascere dall’alto, per ricominciare tutto da capo e ogni
giorno riscrivere la nostra storia alla luce di Cristo..
Attraverso Giovanni, Gianni e io abbiamo imparato a guardare le nostre debolezze e le nostre difficoltà con gli occhi di Dio.
E’ lui il piccolo grande maestro di cui si serve per insegnarci come si fa.
Da quando è nato, ci perdiamo ad osservare le sue manine tese verso di noi per buttarsi nelle nostre braccia.
Ringraziamo
Dio perché non ha paura, visto come sono messa con la schiena, io, che
me ne devo occupare la maggior parte del tempo.
Quante
volte il suo pianto lo abbiamo prevenuto, vigilando che non gli
mancasse nulla, quante non abbiamo potuto fare a meno di farlo soffrire
per una medicina un po’ amara che lui non voleva saperne di prendere!
E
che dire di quando tenta di alzarsi e di mettersi in piedi e non ci
riesce e cade, suscitando in noi ilarità a tenerezza ad un tempo?
E
i balbettii incomprensibili, le parole storpiate, il suo pianto, il suo
riso, il suo essere bisognoso di tutto che ce lo fanno amare di più, se
fosse possibile!
Perciò
vogliamo stamparcele in mente e nel cuore le immagini di questo tempo
di grazia che Dio ci concede, perché non vogliamo dimenticare ciò che
attraverso Giovanni ci vuole dire.
Man
mano la sua mano tesa diventa la nostra, nostre le sue piccole e deboli
braccia e insieme ci ritroviamo a ringraziare il Signore per questo
dono stupendo che ogni giorno di più mostra le sue meraviglie.
Tornare
bambini è fidarsi di chi ci vuole bene, è non preoccuparci di cosa
mangeremo e di che ci vestiremo, tornare bambini è non proferire parola,
perché l’amore non ne ha bisogno.
Gesù, LA PAROLA; IL VERBO DI DIO, non è forse venuto per offuscare e rendere vane tutte le altre?
Da "Famiglia oggi:riflessioni di coppia" ((Rubrica radiofonica a cura di Gianni e Antonietta)
22 novembre 2004