domenica 22 aprile 2012

Lo sguardo


Leggendo il POST di Riccardo mi è venuto in mente Emanuele con cui stavo parlando, seduta al tavolo,vicino a lui, mentre facevamo merenda, ieri pomeriggio.


"Scusa nonna, ti dispiace se mi metto di fronte, così ci guardiamo negli occhi?", mi ha detto spiazzandomi.

Io ci avevo messo molto tempo, molto studio, molta cultura, per capire che cosa significa

"Gen 2,18 E il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda».

Che nella vecchia traduzione era "Non è bene che l'uomo sia solo, gli voglio fare uno che gli sia simile".

Nel testo originario la parola è così pregnante che porta in sè molti significati ( che gli stia di fronte, che lo guardi negli occhi, che gli risponda, che risponda di lui) .

A ben pensarci se non guardi negli occhi il tuo interlocutore significa che non lo ascolti, non lo conosci e in lui non ti riconosci.

I bambini, davvero sono grandi maestri!

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VANGELO (Lc 24,35-48)

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».


Guardate le mie mani e i miei piedi, sono proprio io!”
Signore, oggi tu ci inviti a guardare le tue ferite, a riconoscerti attraverso i segni della tua passione, inequivocabili prove del tuo amore per noi.
Giovanni un giorno mi ha chiesto dov'eri, dove poterti trovare.
L'idea di mettere una sedia in più per te, quando la tavola è apparecchiata, per darti da mangiare, farsi da parte nel letto per poterti abbracciare, fu sua.
Aveva ben capito, prima di noi grandi, che, per renderti visibile, doveva farti spazio.
Allora pensai che, attraverso le parole di un bimbo, mi stavi invitando ad accoglierti nella mia casa, mettendo a disposizione ogni stanza, anche la più riservata, per entrare in una più stretta comunione con te.
Anche Emanuele mi ha chiesto dove stavi, all'improvviso, senza che me l'aspettassi.
A lui non avevo avuto modo di parlargli di te, come è accaduto per Giovanni.
Troppo poche le opportunità per stare insieme, fino a quando ha avuto bisogno di chi lo prendesse in braccio, senza farlo cadere.
Ma non ho potuto fare a meno di usare le braccia, per stringerlo a me, quando sono stata chiamata a rispondergli.
Gli ho detto che tu eri in quell'abbraccio, nell'abbraccio di quanti si prendono cura di lui.
Che tutte le volte che gioca con il suo fratellino, senza fargli i dispetti, tu sei lì presente in mezzo a loro.
Oggi, pensando a Giovanni ed Emanuele, mi chiedo se sono riuscita a farti spazio, se ho aperto le braccia per farti entrare nel mio cuore, se al tuo abbraccio ho risposto con un altro abbraccio.
L'unico modo per mettere in contatto le ferite: le tue e le mie.

Guardami, Signore.
Portami a riconoscere le mie ferite, a vedere ciò che non vedo.
Solo se tu ci metti il dito, potrò guarire.

Catechismo e peccati

Giovanni il giorno della prima Comunione(5 aprile  2012)

Giovanni è da tanto che non usciva con noi. Veramente era abituato ad venire con me, quando ancora guidavo la macchina. Ma da sei mesi non è più così.
Così ha osservato il nonno che caricava e scaricava la spesa, che montava e smontava la sedia a rotelle, che mi prendeva la borsa e mi porgeva il braccio.
" Ma tu nonno quanti peccati hai fatto?"è stato il suo commento.
"Perchè con le opere buone che fai li hai già scontati tutti".
Chissà cosa gli hanno insegnato al catechismo!


giovedì 19 aprile 2012

E' nato Filippo Maria

Emanuele, non è bravo in disegno, ma rappresenta tutto con il cuore. 
L'unica cosa che gli riesce bene. 
Questi tre cuori siete voi, mamma Anna e papà Massimo che, come leggere farfalle, volate sui fiori appena sbocciati, al sole di primavera.
Un evviva, alleluia grande anche da nonno Gianni e nonna Etta.

giovedì 5 aprile 2012

Il tredicesimo apostolo.


Questa sera Giovanni farà la sua prima Comunione. 
Non ci saranno fotografi nè invitati, ma solo loro i bambini, gli amici intimi di Gesù, quelli a cui non ha nascosto i misteri più grandi del regno. 
Dopo che il sacerdote avrà lavato loro i piedi, la festa sarà grande nei loro piccoli cuori dilatati a dismisura,  per contenere tutti quelli che nella piccola chiesa non possono materialmente entrare, perchè è piccola e loro sono 82.
Giovanni vedrà realizzato finalmente  il desiderio che anni fa aveva espresso in un disegno che gli  tenevo  gelosamente custodito in un cassetto.
Essere il tredicesimo apostolo.





mercoledì 4 aprile 2012

Fare la pace


Ieri una bambina di sette anni che, insieme ai genitori, ai nonni e ai suoi tre fratellini più piccoli, ha assistito all'incontro per in Battesimo dell'ultimo nato, Luigi, ci ha fatto la catechesi.

Mentre gli adulti erano occupati a calmare i piccoli che si erano scatenati, mi sono rivolta a lei che sembrava la più interessata al discorso.

Infatti si parlava dei regali che i bambini in occasione del Battesimo ricevono dai parenti ed amici e da quelli più importanti che Dio fa e che non hanno taglia, nè scadono.

"I doni sono :la fede, la speranza e la carità, vale a dire l'amore. " ho detto.

"L'amore è il regalo più grande, quello che i genitori devono insegnare e trasmettere ai loro figli.

Ma tu sai cos'è l'amore?"

"Sì. Quando due si vogliono bene."

"Papà e mamma si vogliono bene?"

"Sì"

"E da dove lo riconosci ?"

" Dal fatto che fanno la pace."

"Allora cosa devono insegnare ai figli?"

"A fare la pace."

SALMO 8
Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.