C'è il mio nipotino che,
d'estate, quando vede il sole al mattino rifrangersi sulla superficie
increspata del mare, chiama " gli scintillanti" le gocce d'acqua
che accolgono e immillano la sua luce.
La settimana scorsa,
quando sono entrata in ospedale, ho deciso di non occuparmi di me,
perchè c'era già chi lo avrebbe fatto, ma di cercare "gli scintillanti"
in quel mare di sofferenza, di solitudine, di non senso in cui la
malattia spesso fa piombare.
Così ho riempito il mio
scrigno con le storie delle persone incontrate, con le loro paure e i
loro sorrisi, i ricordi di quelli che avevano lasciato a casa, le foto
dei figli, l' affetto dei nipoti, la paura e l'incoscienza dei giovani,
la tenerezza di mani intrecciate nella gioia e nel dolore, la tristezza
degli abbandoni, la consolazione della fede, le pecore , l'urlo o il
rosario a contare le ore della notte, la speranza di chi non ha smesso
di credere che dopo la Quaresima c'è la Pasqua del Signore.
Ora che sono tornata a
casa, voglio riaprire lo scrigno e immergermi nella contemplazione del
mare increspato del mattino, quando i raggi del sole lo impreziosiscono
con gli "scintillanti".
17 marzo 2007
((http://nuke.laprimaparola.it/Portals/0/alba%20sul%20mare.jpg (fiumediluna.blog.kataweb.it)