?e!
C'era una volta un bambino che si chiamava...decidetelo voi.
Noi lo chiameremo ?perchè era curioso di tutto.
? viveva
solo con i suoi giocattoli, viziato dai genitori, dai nonni, dagli zii,
da tutti, perchè era il primo bambino della casa ed era bello,
intelligente e coccolone.
?quando
nacque aveva la faccia rossa paonazza, perchè aveva dovuto combattere
per liberarsi dal cordone ombelicale che gli si era attorcigliato
intorno al collo, mentre faceva una piroetta più ardita.
Dovete sapere, infatti che ?amava
ballare perchè, prima di nascere aveva ascoltato molte musiche rock,
che gli arrivavano attraverso le cuffie appoggiate sulla pancia dalla
mamma.
?però
era triste e piangeva sempre perchè i bambini con cui giocava a scuola o
al parco gli facevano i dispetti e certe volte gli davano le botte.
Si
era convinto che i bambini sono tutti cattivi e non si sognava di
desiderare un fratellino, perchè, come appare chiaro, pensava che lo
avrebbe fatto soffrire.
Lui avrebbe voluto che lo trattassero come lo trattavano mamma, papà e i grandi, con mille attenzioni e molte carezze e sorrisi.
Un bel giorno, in verità bruttisimo per lui, arrivò un fratellino, che chiameremo per dovere di giustizia !, perchè era nato con gli occhi aperti come finestre spalancate per la meraviglia di quello che c'era intorno a lui.
La cosa straordinaria che glieli fece sgranare di più era la presenza di ?che non si aspettava.
La
sua gioia fu grande quando si accorse che abitava nella stessa sua
casa, perchè avrebbe avuto sempre qualcuno con cui giocare.
?invece
era molto, molto arrabbiato e riempiva i quaderni di scarabocchi neri e
rossi rompendo anche il foglio, per la forza che ci metteva.
In
verità lui avrebbe strozzato quell'intruso che era venuto a togliergli
tutte le attenzioni della famiglia, fino ad allora concentrate su di
lui.
?pian
piano si abituò all'idea e cercò di vivere facendo finta che il
fratello non esisteva, salvo poi dargli una tirata di capelli, quando
nessuno lo vedeva.
?e ! impararono
a giocare insieme, dopo che i genitori comprarono una cameretta molto
speciale per la piccola stanza a loro destinata, perchè i letti erano di
altezza diversa ma stavano affiancati.
Così si potevano guardare, parlare, fare compagnia, quando era notte.
?cominciò ad apprezzare la presenza de !e a desiderare di stare sempre con lui per giocare e divertirsi insieme.
Un
giorrno la nonna, con cui soleva passare il pomeriggio, gli propose un
gioco: quello di di sfogliare insieme l'album di fotografie, invece di
guardare la televisione.
Gli assicurò che sarebbe stato molto interessante e divertente.
?,che era un bambino molto curioso, acconsentì volentieri, specialmente perchè desiderava vedere che faccia avevano, appena nati, lui e !.
Gli assicurò che sarebbe stato molto interessante e divertente.
?,che era un bambino molto curioso, acconsentì volentieri, specialmente perchè desiderava vedere che faccia avevano, appena nati, lui e !.
Grande
fu la sua impressione quando scoprì sulla testa del fratellino di pochi
mesi un bozzo tanto grande da farlo sembrare un alieno.
Subito si mise a ridere ma presto ammutolì e divenne triste. Ricacciò a fatica le lacrime che volevano uscirgli dagli occhi.
Si sentì improvvisamente solo.
Ripensò a tutti i dispetti che gli aveva fatto, a tutte le botte che gli aveva dato e alle prese in giro.
Si vergognava di non aver mai guardato il fratello, quando era piccolo.
Poi incrociò lo sguardo della nonna, uno sguardo sorridente, affettuoso, pieno di tenerezza.
La nonna lo abbracciò e gli disse di stare tranquillo, perchè il suo fratellino era guarito da molto tempo.
-A
tanti bambini, aggiunse, capita di non voler bene ai fratellini, quando
nascono, perchè pensano che verrà loro sottratto l'amore.
I grandi stanno loro vicini per insegnargli che non è così.
L'amore è una cosa magica, aggiunse. Più lo dai e più si moltiplica.
Le cose vecchie sono passate, concluse la nonna. Guarda le nuove!-
E gli fece vedere le foto di quando in giardino, felici, giocavano a palla o a nascondino.
?pensò a quando sarebbe tornato suo fratello e all'abbraccio grande che gli avrebbe dato.