Questa
mattina è venuto Giovanni a farci compagnia, mi viene da dire adesso,
ma solo qualche ora fa avrei detto che non bastava prendermi cura di
Gianni, c'era anche lui che sarebbe arrivato puntuale alle 8.
Avevo fatto appena in tempo a rubarmi una Messa alla Cappellina
dell'Ospedale, che non è cosa da poco, specie in certi frangenti.
La
scuola è chiusa e alle 10 deve essere portato dalla pediatra per il
certificato di buona e sana costituzione fisica, visto che a giorni
partirà per la sua prima vacanza di branco.
Dicevo che la giornata si presentava difficile, dopo una notte di
insana follia per via dei dolori che mi si sono attaccati anche al
cervello.
Non sapevo come occuparlo e d'altra parte avevo bisogno estremo di aiuto.
Gli ho messo in mano il piumino della polvere e l'ho pregato di
aiutarmi, perchè il nonno, con la gamba ingessata non può farlo per un
po'.
Ha preso l'incarico come un mandato e senza battere ciglio si è fatto
tutte le camere non senza sacrificio e fatica, visto che non è abituato.
Mentre lo vedevo portare a termine il servizio con tanta accuratezza mi
è balenata l'idea di ricompensarlo in qualche modo, ma subito ho
scacciato dalla mente la tentazione.
Avevo letto che i bambini non vanno pagati se danno una mano in casa.
Giovanni mi ha letto nel pensiero e mi ha detto, spiazzandomi:” nonna
non voglio essere ricompensato per quello che sto facendo, perchè è “un
amore”, vale a dire “un onore”.
“Qualcuno me l'ha suggerito”, ha aggiunto, quando ha visto nei miei occhi brillare una lacrima di commozione.
«Perfino i capelli del vostro capo sono contati;non abbiate timore:voi valete di più di molti passeri!»(Mt 10,30-31), era l'antifona alla Comunione.