VANGELO
(Mt 11,20-24)
In
quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era
avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano
convertite:
«Guai
a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne
fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da
tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero
convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e
Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E
tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi
precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci
sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi
dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata
meno duramente di te!».
Guai
a te! ho detto a Giovanni, mentre lo vedevo avventurarsi sui gradini
della scala, inavvertitamente lasciata vicina al basso muro del
terrazzo.
Nella
foga, ieri, di sottrarre alla furia degli elementi le nostre cose, ce
n'eravamo dimenticati.
Guai
a te se non scendi! ho urlato più forte, visto che non mi stava a
sentire.
Guai
a te se ci provi di nuovo! gli ho ripetuto con aria minacciosa , dopo
che ero riuscita per puro miracolo ad afferrarlo, prima che si
sfracellasse, cadendo di sotto.
Mi
sono calmata solo quando l'ho stretto tra le mie braccia,
ringraziando il Signore perchè, attraverso i piccoli che mi ha
affidato, mi fa capire il vangelo, che in questi ultimi giorni non è
tenero per niente per chi disubbidisce.
I
guai sono quelli che ci vengono dal voler fare di testa nostra, dal
rifiuto ad ascoltare chi ci vuole bene.
Dio
non c'entra con tutti i guai che ci portano alla morte.