venerdì 6 agosto 2010

Pace, amore, dolore, rabbia


Al funerale dello zio Raffaele, Giovanni ci è voluto venire per forza. Non aveva mai assistito ad un funerale.
Da quando era morto nonno Pierino si era andato convincendo che in Paradiso non si sta poi così male, perchè il nonno(mio padre), è andato a fare il capostazione delle nuvole e poi c'era andata anche zia Alessia, la madre del piccolo Lorenzo e di Martina e poi tanti altri che aveva conosciuto o di cui aveva sentito parlare.
"Quando sono grande tu sei morta" mi diceva." Vero, nonna?"
Io gli rispondevo che sì, sicuramente sarei morta, ma non avrei mai cessato di stargli vicino, di parlargli.
"Ma io non ti vedo nonna!", era il suo tormentone e io lo rassicuravo dicendogli che, anche se si cambia forma, non si cessa di essere quello che sei.
"Quando eri nella pancia della mamma tu non ci vedevi, ma noi ti sentivamo e sapevamo che eri lì e la tua mamma ti faceva ascoltare le musiche e tu ballavi e nuotavi felice nell'acqua che ti custodiva."
Aveva imparato prima di vedere a riconoscere la voce di chi gli voleva bene.
Cosa gli faceva pensare il contrario?

Così è venuto al funerale di zio Raffaele e ha passato il tempo a consolare la mamma che si stava consumando gli occhi a furia di piangere.
Ha ascoltato con molta attenzione le parole del sacerdote, commuovendosi molto, quelle riferite da San Giovanni.


(Gv 14,1-3)"Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io."

E poi era andato a vedere da vicino quando il sacerdote dava l'incenso alla salma, l'incenso che i Magi avevano portato a Gesù.

E questi sono i disegni che ha fatto, una volta tornato a casa

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