martedì 27 dicembre 2011

Raccolta di stelle


In questo Natale ho fatto la cercatrice di stelle, la pescatrice di “ scintillanti”
E' quando non hai niente che ti si apre il cuore, il terzo occhio, come lo ha chiamato Giovanni, il mio nipotino, ieri sera, mentre cercavo di spiegargli la differenza tra felici e infelici, contenti e scontenti.
Il terzo occhio l'ho aperto eccome all'incursione dello Spirito, che non si fa attendere, quando ti lasci portare da Lui, lì dove non vorresti, lì dove non ti sei mai avventurato di entrare.
Ques'anno non ho apparecchiato io la tavola, non ho preparato succulente pietanze per i pochi rimasti all'appello, perchè mi sono ammalata, di più, come se non bastasse.
E' dura consegnare lo scettro, accettare che altri facciano quello che per tutta la vita hai fatto tu in modo, a parer tuo, magistrale.
"In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi (Giov 21,18)".
Così sono andata, siamo andati, in verità, io e mio marito a casa di nostro figlio, che ci abita di fronte, ad aspettare il Natale.
Era la prima volta che succedeva, da quando si è sposato.
Abbiamo così potuto vedere ciò che non avevamo mai visto.
Per me che non amo gli addobbi eccessivi, che passo la vita a spegnere le luci, perchè mi sembra uno spreco, che cerco in tutte le cose la misura, l'ordine, l'armonia, è stata una valanga, un vento impetuoso che mi ha rapito, quando abbiamo bussato al campanello della porta accanto.
Giovanni ed Emanuele ci hanno accolto con i cappellini a luci intermittenti, Monia, la mamma, la padrona di casa, con il frontino su cui erano montate le corna rosse di una renna.
E poi il presepe...piccolo, in un angolo riparato, tra le poltrone, faceva da sfondo ad uno schermo digitale su cui comparivano immagini della natività e foto di tutti i Natali vissuti in quella famiglia, da quando sono nati i bambini.
E le calze appese, gli angioletti con i campanelli e i babbi natale che cercano di scalare le porte e il balcone e tanto altro ancora.
L'albero l'ho notato per ultimo, fatto con i pon pon che con pazienza i bimbi insieme alla mamma avevano confezionato nel tempo dell'Avvento, a cui i disegni e le letterine attaccati con le mollette aumentavano la sensazione di un caldo e piacevole tepore.
Tutto usciva dai miei schemi, tutto era nuovo per me.
Ma lo “scintillante” è stata la Bibbia, poggiata sul baule, aperta sul passo del vangelo di Luca (Lc 2,10-11), quello che si legge nella messa della notte di Natale, quando è nato Gesù.
E'lì che ho trovato la grotta e adorato il Bambinello.
Ho ripensato ai natali della mia vita, a quelli che fino al giorno prima avevo rimpianto e ho ringraziato il Signore che non smette di farmi regali.

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